La visione doppia è una situazione altamente penalizzante che può comparire per varie ragioni,
purtroppo talvolta anche gravi, ed è per questo un sintomo che non deve mai essere trascurato.
Parlando di questo argomento occorre innanzitutto fare chiarezza nei termini,
talvolta il paziente riferisce impropriamente di “veder doppio” nell’intento invece di descrivere una visione sfuocata,
o con degli aloni o riflessi che disturbano la visione dell’immagine,
la vera diplopia indica invece la sensazione di vedere “due volte lo stesso oggetto che stiamo fissando”.
È necessario proprio parlare di oggetto fissato perché,
non tutti lo sanno, gran parte di quello che vediamo viene normalmente visto doppio,
in maniera del tutto fisiologica e normale…
potete fare il semplice esperimento di porre due penne o due dita allineate al vostro naso, ma a distanze differenti,
e notare che mentre guardate la più vicina delle due l’altra apparirà sdoppiata e viceversa.
Questa “diplopia fisiologica” fa parte del normale funzionamento del sistema visivo, anzi ne rappresenta una condizione fondamentale,
senza la quale sarebbe molto più difficile mantenere la visione binoculare.
In tutti gli altri casi invece, quando ad apparire doppio è l’oggetto che stiamo fissando, allora siamo in presenza di una situazione visiva anomala.
In questi casi una prima prova da fare è capire se questa sensazione scompare oppure no occludendo un occhio,
questa semplice prova può fornire informazioni molto utili a chi dovrà valutare clinicamente la visione.
Diversi sono poi i casi in cui la comparsa del sintomo è acuta ed improvvisa,
senza che vi siano mai state in passato saltuarie condizioni simili;
da altri casi in cui la diplopia si presenta come situazione passeggera e ricorrente,
magari legata ad una determinata distanza di fissazione.
Le cause possono essere molto differenti, ma non devono in alcun caso essere sottovalutate,
ed è bene rivolgersi prontamente al proprio medico di fiducia per riferirgli come state vedendo,
saprà consigliarvi gli opportuni approfondimenti da eseguire.
Terminata la fase diagnostica, qualora il sintomo permanga, si entra in una fase di trattamento, che può essere gestita in vari modi a seconda del caso:
La procedura più semplice, anche se generalmente adottata per periodi limitati, è l’occlusione di un occhio,
che può essere ottenuta con una benda applicata direttamente alla cute,
oppure alla lente dell’occhiale, oppure ancora come lente a contatto occlusiva.
Esistono anche occlusori traslucidi, che mantengono un’estetica migliore di quelli opachi.
Talvolta è sufficiente l’aggiornamento della correzione dell’occhiale,
una diplopia può anche essere conseguenza di uno squilibrio visivo tra i due occhi,
in questi casi un nuovo bilanciamento delle lenti può essere risolutivo.
In altri casi invece è necessario inserire nel potere delle lenti una prescrizione prismatica;
i prismi sono strumenti ottici che cambiano la direzione dell’immagine,
adattandola alla particolare postura che gli occhi non allineati hanno preso.
Il nuovo allineamento così ottenuto permetterà di riconquistare la fusione delle due immagini in un percetto unico.
In casi selezionati poi, in particolare nei soggetti più giovani,
possono esserci degli esercizi visivi in grado di rinforzare le capacità fusionali che mantengono gli occhi allineati,
permettendo un controllo binoculare che eviti la diplopia o altre manifestazioni di disallineamento degli occhi.
Nei casi più gravi o quando le altre soluzioni si sono mostrate inefficaci viene presa in considerazione la via chirurgica.