ABBAGLIAMENTO

La luce che entra nell’occhio passa attraverso una serie di lenti naturali,
che normalmente sono perfettamente trasparenti grazie a meccanismi fisiologici che li mantengono tali.

Queste lenti oltre a lasciar passare la luce, ne modificano il cammino per ottenere la miglior messa a fuoco delle immagini sulla parte sensibile, la Retina.

Il meccanismo di messa a fuoco porta al massimo contrasto fisiologico tra le zone di illuminazione,
anche grazie a fenomeni ottici naturali che tendono ad eliminare le quote di luce non funzionali alla visione.

Fisiologicamente con l’invecchiamento, o in presenza di certe anomalie oculari, questi fenomeni di attenuazione tendono a perdere di efficacia;
questo comporta la presenza all’interno dell’occhio di una quota di luce non utile alla visione,
con la conseguente perdita di contrasto dell’immagine.

Possiamo quindi definire con il termine “abbagliamento”
(spesso viene mantenuta la dizione inglese glare anche in pubblicazioni in lingua italiana)
la presenza di luce non utile alla visione all’interno dell’occhio.

Questa condizione può manifestarsi in modo marcatamente soggettivo, e determinare due distinte problematiche:

Discomfort (discomfort glare):
una sensazione di disagio legata all’eccessiva illuminazione,
ma che non altera comunque in modo determinante le prestazioni visive.

Perdita di prestazioni (disability glare):
una situazione che riduce in modo temporaneo, ma quantificabile, le prestazioni visive dell’occhio.
È quello che si verifica ad es. incrociando di notte un veicolo con i fari abbaglianti accesi.

Le fonti di illuminazione eccessiva o mal concentrata possono quindi determinare fenomeni di abbagliamento.

Possiamo distinguere fonti naturali e fonti artificiali.

Le fonti naturali sono pressoché tutte riconducibili alla luce solare, che può giungere all’occhio direttamente (comunque filtrata naturalmente dall’atmosfera) o in maniera riflessa, quindi dipendente dalle caratteristiche del materiale che forma la superficie riflettente.

Le fonti artificiali sono rappresentate dalle sorgenti di illuminazione, che nel corso degli ultimi anni hanno visto una notevole evoluzione tecnologica, con il progressivo abbandono di sorgenti ad incandescenza (le vecchie lampadine con filamento metallico) e fluorescenza (comunemente note come neon), a vantaggio di sorgenti a LED, che consentono a parità di prestazioni luminose una notevole riduzione dei consumi di energia.

L’uso di adeguati filtri protettivi protegge l’occhio dall’abbagliamento,
ed anche da potenziali danni ai tessuti che una prolungata esposizione alle radiazioni può determinare.

Usiamo il termine radiazioni per specificare un aspetto importante:
la radiazione solare è composta da uno spettro di onde con caratteristiche fisiche diverse tra loro,
l’occhio umano è sensibile solamente ad una limitata banda di radiazioni che lo colpiscono,
e che possono essere tradotte in un segnale visivo,
a queste diamo propriamente il nome di “luce”.

La maggior parte dello spettro è costituita da radiazioni non visibili all’occhio umano, le più prossime alla luce sono:

Da un lato l’infrarosso, che non determina una sensazione visiva, ma che il corpo umano percepisce sotto forma di calore.

Dall’altro lato l’ultravioletto, anch’esso non determina sensazione visiva, ma può stimolare alcuni pigmenti, come ad es. la melanina della pelle.

Protezione dalla radiazione solare

L’uso di occhiali da sole di qualità certificata (come previsto dalle norme)
consente di proteggere l’occhio sia dall’abbagliamento per la quota di luce visibile, grazie al taglio controllato;
sia dalla radiazione dannosa non visibile, in particolare l’UltraVioletto, che deve essere filtrato al 100%.

L’uso di occhiali senza certificazione di taglio UV espone l’occhio ad un rischio paradossalmente maggiore rispetto alla visione naturale non protetta;
questo si verifica perché la sensazione di scurimento tende a stimolare la dilatazione della pupilla,
aumentando l’irraggiamento della parte posteriore dell’occhio,
che coinvolgerà anche le radiazioni UV eventualmente passanti un filtro non adeguato.

Gli occhiali da sole possono montare filtri in cristallo ottico, oppure in resina organica (plastica).

I filtri in cristallo consentono una maggior qualità ottica, e una miglior durata nel tempo,
in quanto non sono soggetti a fenomeni di graffiatura delle superfici (non trattate);
di contro determinano un aumento di peso dell’occhiale e la possibilità di rottura del filtro in caso di caduta dell’occhiale.

I filtri in resina organica sono leggeri ed infrangibili, ma possono più facilmente graffiarsi, e quindi con l’usura perdere in parte la qualità ottica iniziale.

Entrambi i materiali di filtri possono essere accessoriati con trattamenti che conferiscono specifiche funzioni:

Polarizzazione: riduce la trasmissione attraverso il filtro delle radiazioni provenienti da superfici riflettenti.
I filtri con queste caratteristiche riducono di molto la sensazione di abbagliamento che deriva dal riverbero della luce riflessa, in particolare dal basso, come succede ad esempio in prossimità di superfici bagnate, al mare, a pesca, o alla guida di autoveicoli con asfalto umido.

Trattamento antiriflesso: abbatte la quota di luce che si riflette sulle superfici della lente, in particolare la superficie interna che potrebbe indirizzare verso l’occhio luce riflessa proveniente da sorgenti laterali.

Specchiatura: a parità di qualità del filtro, la specchiatura aumenta la protezione, ciò si rivela particolarmente utile in condizioni di luce molto intensa, come ad es. per gli specifici occhiali da ghiacciaio.
La specchiatura inoltre modifica l’aspetto esterno della lente, rendendola più attraente, sulla base dei gusti personali e delle mode del momento.

Taglio luce blu: alcuni filtri da sole hanno una selettività specifica per le radiazioni visibili che diffondono maggiormente all’interno dell’occhio, creando un leggero effetto nebbia che riduce i contrasti.
In questo modo si ottiene un contrasto cromatico molto marcato… provare per credere.

Fotocromatismo: le lenti fotocromatiche consentono con maggiore facilità di adattarsi alle differenti situazioni luminose, in quanto modificano il loro stato di scurimento in modo proporzionale alla quantità di luce (in particolare radiazione UV) presente nell’ambiente.

Un occhiale con protezione solare può inoltre al tempo stesso correggere un difetto di vista, sia per lontano, sia a tutte le distanze con le lenti progressive.

Diverse soluzioni tecniche consentono di combinare protezione e correzione ottica:

Fotocromatismo: come detto le lenti fotocromatiche si adattano alla luce presente.
Sono disponibili in diverse colorazioni da scegliersi in base alle esigenze estetiche o di prestazioni di protezione; in diversi materiali, anche ad alto indice per ridurre gli spessori della lente in caso di difetti importanti.
Esistono poi materiali che presentano comportamenti fotocromatici differenti, alcuni favoriscono le fasi di scurimento, altri schiariscono più rapidamente, altri tendono ad un maggior bilanciamento,
ed infine alcuni materiali partono già da una quota di assorbimento intermedio che gli garantisce una ottimale efficacia con un uso però limitato agli ambienti esterni.
È corretto informare anche che le lenti fotocromatiche sono naturalmente soggette ad un invecchiamento, le prestazioni migliori vengono garantite solo per lenti di recente montaggio, a distanza di anni, con una certa variabilità in base alle condizioni d’uso, tenderanno ad avere picchi di scurimento e schiarimento meno marcati.

Lenti vista / sole: quasi tutti i materiali per lenti oftalmiche possono essere colorati con una vastissima gamma di colori ed intensità.
Questa opzione garantisce la maggior scelta di opzioni, anche se nella maggior parte dei casi limita l’uso degli occhiali ad ambienti esterni in luce diurna, ponendo inoltre limitazioni alle condizioni d’uso alla guida in base alla classe di filtro assegnata dalle norme europee.

Occhiali con aggiuntivo clip / on: alcune montature da occhiale vengono progettate direttamente per offrire sistemi di aggancio, per lo più magnetici, ad aggiuntivi dotati di filtri solari (questi ultimi spesso polarizzanti).
Tale sistema si rivela estremamente pratico, ed è compatibile con tutte le lenti da inserire nella montatura di base a correzione del difetto.
Meno consigliabili invece, se non per usi saltuari, sono gli aggiuntivi universali, che avendo sistemi di aggancio a pinza, fanno presa sulle lenti con forte rischio di rigatura delle stesse.

Nel nostro studio puoi provare i vari sistemi protettivi filtranti con i quali possiamo realizzare il tuo occhiale protettivo ideale.

Protezione da luci artificiali

Come detto sopra le sorgenti di luce artificiale negli ultimi anni si sono molto spostate sulle tecnologie
che mostrano una miglior resa in termini di consumo energetico e illuminazione prodotta.

In questo campo la fanno ormai da padroni le lampade a LED, sia per quanto riguarda l’illuminazione ambientale,
sia, ed ormai soprattutto, per la proiezione di immagini sui display.

La radiazione emessa da queste sorgenti è,
rispetto a quelle del passato, marcatamente spostata verso la luce visibile ad alta frequenza (comunemente nota come luce blu),
diversamente non sarebbe possibile produrre la intensità di bianco cui i moderni display ci hanno abituati.

Tale quota di luce espone però ad alcuni rischi, legati sia alla salute dei tessuti oculari, sia ad una influenza sul ciclo sonno / veglia.

Un taglio completo della luce blu è realizzabile tecnicamente con filtri appositi, appunto detti “blue blocker”,
che hanno però, per loro natura una colorazione intensamente gialla, tale da renderle poco gradevoli esteticamente,
e non idonee alla guida perché alterano la percezione dei colori.

Le soluzioni tecniche oggi maggiormente diffuse sono quindi progettate per offrire tagli parziali della luce blu,
sufficienti a garantire un miglior confort dall’abbagliamento derivante da certe sorgenti luminose artificiali.

Tra queste troviamo sia materiali con caratteristiche intrinseche di taglio selettivo della luce;
sia trattamenti antiriflesso specifici applicabili alla quasi totalità delle lenti correttive.

Condizioni particolari

Condizioni al di fuori della normale fisiologia possono creare forme di abbagliamento molto intenso e limitante per l’autonomia personale.

In questi possono essere utilizzati filtri selettivi con caratteristiche più “estreme”, che,
a fronte di una marcata alterazione della percezione dei colori
(e di conseguenza non compatibili con la guida nei soggetti che siano ancora idonei alla patente)
ed un’estetica che viene lasciata in secondo piano… offrono una vera selettività di filtro, tale da favorire i contrasti oltre a proteggere i tessuti.

Le colorazioni filtranti medicali, così appunto vengono chiamate,
sono perciò riservate ai quadri di patologia oculare,
spesso retinica, e devono per questo essere prescritte da medici specialisti.